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La lepre

OrdineLagomorfi
FamigliaLeporidi
Specie e Sottospeciecirca 200
Formula dentaria2033/1023 (incisivi, canini, premolari, e molari)
Età massima8 - 0 anni
Età di riproduzione5 - 6 mesi
Uteri2
Gravidanza41 - 44 giorni
Numero di parti/anno3 - 4
Prime nascitefine gennaio (e prima)
Ultime nascitefine settembre (e dopo)
Raggio di spostamentoKm 3 (soggetti giovani)
Area esplorativaHa 300
MalattieEBHS, strongilosi, coccidiosi, pseudotubercolosi, pasteurellosi
Ipotesi teorica sulla moltiplicazione delle libri

Alessandro Ghigi ha fatto una serie di calcoli - peraltro come indica l'autore solo teorici - sulla moltiplicazione delle lepri.

Partendo dalla considerazione che in Italia i parti sono quattro (marzo, maggio, giugno, agosto) e che la gestazione dura quarantadue giorni e l'allattamento una ventina e considerando, infine, che i nati possono essere ogni volta tre, quattro o (più raramente) cinque, l'autore scrive: "ammettiamo che delle varie covate, si salvino almeno due lepri femmine, le quali, insieme con la madre, danno per il secondo anno tre femmine riproduttrici, che partoriranno sei giovani femmine, nel terzo anno le femmine riproduttrici saranno ventisette e le giovani femmine cinquantaquattro, nel quinto anno le riproduttrici saranno ottantuno e le giovani centosessantadue, nel sesto anno duecentoquarantatre riproduttrici e quattrocentoottantasei giovani, nel settimino anno settecentoventinove riproduttrici e millequattrocentocinquantotto giovani. A questo punto possiamo calcolare la perdita della vecchia lepre giacché tutti gli osservatori concordano che la durata della vita della lepre non supera i sette o otto anni. All'ottavo anno le sue discendenti tutte pronte ad essere madri, salgono a duemilanovecentosedici, al nono a cinquemilaottocentotrentadue, al decimo ad undicimila seicentosessantaquattro.".

A. Ghigi conclude, poi, affermando che in un decennio e sempre in condizioni ottimali si avrebbero quindi trentanovemilatrecentosessantasei (39.366) lepri, considerando il numero di maschi pari a quello delle femmine. (Andare a caccia – Vol. 3 – Compagnia Generale Editoriale spa – pag. 772) Se questi sono teoricamente i parametri di sviluppo della lepre, non ha senso tecnico alcuno parlare di “gestione della lepre”.

A questo istituto si può ricorrere solo per "contenere" lo sviluppo, non per "favorirlo". Per "favorirlo" l'istituto di riferimento è, invece, la "gestione del territorio" che in termini patrici si risolve in attività di contenimento dei fattori per i quali la lepre non ha lo sviluppo ipotizzato dal Ghigi (bracconaggio, predatori mammiferi ed alati, cani e gatti inselvatichiti, degrado dell'habitat, antiparassitari, tecniche di sfalcio e di coltura ecc.).

L'intervento operato su questi fattori nel cosiddetto "progetto lepre", attuato dall'Associazione in collaborazione con la Provincia di Treviso in alcuni Comprensori Alpini, è la ragione del grande successo conseguito.

Ai nostri associati il compito di divulgare e seguire detti principi.